domenica 21 luglio 2013

Mai più libera

Negli ultimi giorni il mio cervello non mi ha dato tregua.
Un continuo ipotizzare cosa succederebbe se..

Se ne parlassi.
Se lo ammettessi.
Se lo rivedessi.

Forse E. ha ragione.
Dovrei parlarne con la mia terapeuta e affrontarlo.

I primi anni del liceo sognavo spesso di ritrovare sepolto sotto il pavimento della cucina il corpo di una bambina di circa 4 anni sotto a un tavolo. E senza dare il permesso a nessuno di toccarla esclamare con freddezza "é stata violentata". Quella bambina ero sempre io.
Mi svegliavo sconvolta in preda ad attacchi di panico tutte le volte.
A 16 anni iniziai i colloqui con la mia prima psichiatra. Forse l'unica che ha sempre sospettato.
Era il periodo in cui sensazioni e immagini insensate mi riempivano la mente.
Mi svegliavo di notte perchè avevo paura che qualcuno entrasse nella mia stanza. Sentivo quegli odori così particolari nel sonno,e avevo paura di aprire gli occhi perchè mi sembrava di avere quelle mani sporche addosso. Ma nessun ricordo era nitido. Avevo solo tanti dubbi, ma mi convincevo che fosse solo frutto della mia fantasia, che forse stavo diventando matta perchè non mangiavo.
I pensieri,le sensazioni,le paure iniziarono poi a presentarsi anche durante il giorno. L'unica via di fuga quando quei pensieri erano troppo forti era il cibo. Mangiare e svuotarmi.
Comprai un libro "Donne che si fanno del male". Parlava della sindrome post traumatica da stress.
Perchè mi ci ritrovavo così tanto?
Era forse possibile che non stessi giocando solo di fantasia?
Tutto iniziava ad avere un senso ed io stavo sempre peggio.

Arrivò l'estate e conobbi lui.
Io ero troppo fragile. Non ho saputo difendermi.
17 agosto 2006.
Mi portò nella sua stanza. Io mi aspettavo solo qualche bacio ma in un attimo mi ritrovai sul suo letto bloccata dal suo peso.
Si abbassò i pantaloni e mi chiese se l'avevo mai fatto. Risposi di no.
"Prova".
."no, non mi va"
"dai è facile"
."non mi va"
Non fece caso alle mie parole e mi ritrovai in ginocchio col suo ventre che spingeva verso la mia faccia.
Non so cosa successe dopo ma so che quell'odore così forte,quella sensazione di sporco e sbagliato mi erano troppo familiari.
In quel momento tutte quelle immagini che prima vedevo sfocate e senza senso ora erano nitide. Vidi con chiarezza quelle 4 mani sul mio corpo e le loro voci sussurranti erano chiare.
La mia paura era così forte che potevo sentirla stridere tra le pareti della mia mente.

Non ti faremo male. 
E' solo un gioco.
Ti fidi di me?
Sei una bambina bellissima.
I grandi si amano così.
Sarà il nostro segreto.
Tu sei speciale.

Tutto riviveva ancora.

Aprii gli occhi e lo spinsi lontano da me.
Scappai via lasciando lì la mia borsa e vomitai nel primo posto utile.
 Quel sapore non poteva essere coperto nemmeno dall'acido del vomito.









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