sabato 31 maggio 2014

Emozioni!

Oggi è il nuovo giorno di un ennesimo nuovo inizio.
Porto con me le forti emozioni di queste ultime settimane ad iniziare da Antonio che ha aperto le danze a questo vorticedi emozioni che sono sempre difficili da affrontare. 
L'anno di Servizio Civile è terminato con una bellissima festa a sorpresa qualche giorno fa e con gli ultimi giorni di saluti e ringraziamenti che mi hanno riempito il cuore. Ho capito si essere davvero riuscita a dare, di aver davvero trasmesso qualcosa di mio anche a chi non è stato a stretto contatto con me. Sentir dire che nessuno in questo anno ha mai detto qualcosa di male alle mie spalle ma che anzi, tutti mi hanno adorata da subito.
Mi commuove ripensarci perchè io non credo mai in me stessa, e anche durante l'anno spesse volte non mi sono sentita all'altezza, mi sentivo inferiore e pensavo sempre che avrei potuto comportarmi diversamente.. Invece andava bene così.
E anche se detesto le frasi fatte, davvero ho lasciato in quella struttura una parte del mio cuore.. Quel cuore che ho scoperto essere capace di amare a dismisura.
Sono felice di aver avuto al mio fianco persone così speciali.. E non mi sento più sola. Le mie compagne di strada, ognuna con i loro alti e bassi, sono sempre state forti e coraggiose proprio come lo sono stata io. 
A volte le responsabilità erano troppe, a volte non avrei voluto trovarmi quel carico da gestire ma non sono mai scappata.
Generalemente sono una che scappa davanti al pericolo ma il Coraggio e la Determinazione sono doti che ho appreso in questo anno, insieme ad un'infinita pazienza di cui tutti ancora si stupiscono. 
Quell'ambiente delicato è stato per me una cura. Pensavoaddirittura che avesse fatto del bene più a me che agli ospiti e invece no, il bene che ho ricevuto ha fatto il giro giusto tornado indietro.
 
Ieri V. ci ha regalato un gufetto, diverso per ognuna di noi, ognuno rappresentava una caratteristica: la mia era l'amore.

A di amore. 
E questa volta io mi sento una A.


lunedì 26 maggio 2014

Hold me

7 giorni senza vomito..
6 giorni con te. 
0 giorni senza farmi del male.
0 giorni senza lo schifo addosso.
0 giorni senza sentirmi a posto con me stessa.
0 giorni senza odiarlo.
Questa sensazione nessuno puó capirla.
Mi manderà al manicomio. Non ho tolleranza nemmeno per la sua presenza.  
Ho fatto colazione e i conati di vomito continuavano a spingere su il latte. La sua sola presenza mi destabilizza e mi fa provare rabbia. 
Ho pulito la cucina. Ho pianto pulendo la cucina.
Ho pianto nella vasca da bagno, nascosta lì dentro per un'ora.
È entrato nel mio bagno e ho lavato tutto con la varecchina perchè ogni cosa che sfiora mi sembra contaminata e non riesco a farci niente.
Se mi versa l'acqua a tavola io non la bevo. 
Ultimamente è un continuo alzarmi da tavola a metà pranzo perchè fa sempre qualcosa che mi da fastidio. 
Lo so che nessuno puó capirmi, e nemmeno io capisco il perché di queste terribili sensazioni.

Tra pochi giorni termineró il servizio civile e anche se allontano il pensiero so di doverci fare i conti, so di dover smettere di fingere che vada bene così e ammettere che sto morendo di paura perchè stare in casa mi fa stare esageratamente male.. E se sto troppo male sappiamo che cosa succede..
Sono spaventata a morte dal mio futuro. Vorrei certezze..sapere che cosa ne sarà di me.. 
Vorrei la certezza che Tu ci sarai sempre al mio fianco, che non mi lascerai mai combattere da sola. Lo vorrei più di ogni altra cosa.. Invece mi sveglio ogni giorno con la paura che Tu abbia cambiato idea su di noi, con l'ansia di fare una mossa sbagliata e spesso per non sbagliare non faccio niente..
Ma sappi che il mio posto sicuro nel mondo sono le Tue braccia.
Non sento più il peso del mondo sopra di me se mi tieni stretta. 

Posso solo sentirmi bene con Te.

Grazie ❤️
Grazie per volerci provare,
Grazie per accettarmi.
Grazie perché con me non è facile.


martedì 20 maggio 2014

Gli effetti del vino

Mi manchi.
Mi manchi tanto e non vorrei questa mancanza. 
E non posso dirlo, non posso parlarne perché tutto il mondo è contro i miei sentimenti...
Ma io voglio solo te.. Voglio le tue mani.. Voglio le tue parole.. Voglio il tuo bene... Voglio che mi prendi in giro dopo aver fumato..
Voglio sentire io tuo profumo e guardarti mentre stai in silenzio o pensare a come muovi bene la bocca mentre mi parli e io mi perdo nei tuoi occhi piccoli con le ciglia belle..
Faccio fantasie sulle tue mani che gesticolano e sono le uniche che vorrei sentire sul mio corpo.. Le uniche che lq mia mente tollera..
Ma non sono abbastanza bella per te..
Non sono abbastanza magra..
Non sono abbastanza intelligente, o grande, o non lo so..
Ma nessuno, e tu questo lo sai, sarà capace di provare un bene così grande per te.

Mi manchi e devo dirtelo perchè non posso farne a meno.
 
Non posso fare a meno di te.

domenica 18 maggio 2014

I'm outta my head without you.

Sei un pensiero costante.
Più mi allontano e più sento la dipendenza da te.
Da quello che eravamo.
Da quello che riuscivamo a dirci.
E forse adesso non resta nulla se non questo senso di vuoto che proviamo e che ci perseguita.
Senza te mi sento persa.
Senza il mio migliore amico, senza l'uomo che ho amato e amo con ogni fibra del mio corpo, con ogni parte cerebrale di me, con quel poco di anima che mi hanno lasciato. 
Tutto sta scemando, cosa ci allontana?
È questo dolore vero?
È lui che ci divora e ci isola?
Perchè non riesco più a sentirti?
Quante volte ancora mi lascerai scappare? Quante volte ancora torneró?
Forse non lo faró più.
Sono una persona insicura ed è per questo che ho bisogno di una dimostrazione, di un piccolo gesto da parte tua per voltarmi, e abbracciarti di nuovo. 
Perchè non fai niente? Io lo so che ti importa... È ho la necessità che me lo dimostri..
Qualcosa che dimostri che sentivi quello che mi hai detto.. Che è vero che non vuoi perdermi, che è vero che mai mi lascerai andare via.. 
Ricordi? Lo giurasti tre volte. 
Ti ho amato così forte da pensare di riuscire a guarire per te.. Perchè mi hai tenuto la mano mentre affondavo...
Perchè ci siamo salvati mille volte e voglio che ce ne siano altre mille! Voglio che restiamo a galla insieme. Sei l'unico che ci riesce.
Mi sembrano lontani anni luce quei discorsi importanti. Sembra tutto uno scherzo della mia fantasia... 

Odio come mi fai sentire,
Odio non vedere mai un passo verso di me,
Oddio essere all'ultimo posto nella tua vita,
Odio quando non reagisci,
Odio quando mi fai allontanare,
Quando devo sedermi lontana da te,
Quando ho bisogno di te e non ci sei..

Ma amo quando mi lasci tenere la tua mano e quando stringi la mia..
Amo come mi guardi,
Amo sentire la tua voce sgridarmi,
Amo i tuoi capelli
I tuoi vestiti
I tuoi tatuaggi
Le tue mani grandi
Le tue braccia forti
La barba morbida
Le tue all star e i tuoi jeans neri
I tuoi buongiorno e le tue buone notti,
Le chiamate improvvise,
Come mi chiami e quanto ti piace chiamarmi cosí..

Ma adesso io non sento nulla. 
Non sento nulla perchè tu non senti nulla per me.

Ci scambiamo finta indifferenza come due stupidi, lo sai che mi manchi, lo so che ti manco, ma mi dispiace.. Non riesco a comportarmi diversamente adesso..
Vorrei solo muovessi un dito verso di me.. Per farmi sentire meglio come sapevi fare.
Per fare in modo che tutto questo non vada perso..
Che noi non andiamo persi.

Rischio tanto ad aprirti il mio cuore in questo modo, ma so di essere un libro aperto per te... E in fondo sai bene che questi sentimenti non possiamo ignorarli in eterno.

A volte penso di aver fatto male a fidarmi.
Ma lo penso quando tutto mi sembra una mia follia, quando ci allontaniamo e tutto sembra perso.. E allora si, allora ho paura che tu sia un bugiardo come gli altri.

 


venerdì 16 maggio 2014

B di Bulimica

Da sola non mi fermo.
Arriveró al degrado, al punto in cui sarà chiaro al mondo che sto perdendo e forse qualcuno mi salverà, io da sola non so farlo.
Ogni giorno che passa vomitare è sempre più doloroso. I dolori allo stomaco mi paralizzano, la gola mi fa male. Torna il reflusso, torna l'esofagite, torna il sentirmi sempre gonfia, il mal di testa, i crampi, i capogiri, il non riuscire a digerire nulla.
E tornano le bugie, 
le scuse per andare al bagno, 
i vestiti che puzzano di vomito, 
i soldi spesi in cibo da vomitare,
 il frigo vuoto, 
i sotterfugi, 
l'acqua dimenticata in bagno, 
l'ansia di doverlo fare e la paura che qualcosa me lo impedisca, la speranza che non ci sia nessuno a casa e la gioia quando "posso farlo"..
Il guardarmi allo specchio con la faccia sporca di vomito e gli occhi in sangue e finalmente poter guardare negli occhi il mostro che sono.
La verità è che non rivolevo tutto questo.
Non volevo di nuovo trovarmi nel mezzo di questo vortice che tutto coinvolge e tutto distrugge. 
Non so come venirne fuori e in realtà non voglio perchè mi fa stare bene. Mangiare per poi vomitare e non sentire niente di niente.. Nessun dolore, nessuna paura, nessuna ansia. Alla fine del ciclo io sono libera. Scarica da ogni tensione. Solitamente mi sdraio e subito dopo perdo i sensi risvegliandomi quando qualcuno mi chiama. 
Forse un giorno di questi non mi sveglieró più.
Dopo 10 anni non ho idea di quanto io possa reggere ancora queste violenze.
Sento di non farcelal fisicamente. Le energie sono sempre meno e ogni malessere mi spaventa.. Mi dico sempre che non lo faró più.. Ma da sola non riesco a fermarmi. E nessuno puó impedirmi, quando rientro la sera, di dare il via alle danze..


martedì 13 maggio 2014

8 del mattino

Ho pensieri confusi,
Non mi riconosco.
Mi agito, mi innervosisco, sento rabbia.
Non sono mai stata così.
Io ero la bambina calma che non disturbava mai e ora sono una donna a cui nulla va bene, con una parola pronta per tutto perchè tutto poteva essere fatto meglio.
Non mi piace come sono.
Non so ascoltare gli altri, non so dar loro consigli. 
Sono un'egoista concentrata solo sul proprio malessere. 
Non so manifestare affetto se non con un abbraccio che non sempre è facile dare. 
Vivo di ansie per il futuro, di relazioni malsane e vomito autoindotto con una frequenza crescente che mi porta a dormire spesso azzerando la mia vita sociale.
Ieri a parte aver vomitato il pranzo senza un minimo di forza di controllo, con tutta la nonchalance di cui sono dotata e aver lasciato in un bagno senza finistre il tanfo inconfondibile del vomito, sono tornata a casa dopo il lavoro.
Casa vuota.
Mi sono messa mangiare ogni cosa che mi ha ispirato e ho dato il via al mio rituale preferito.
Amore e odio per la bulimia. 
Amore e odio per il cibo che riempie i miei vuoti.. Ma i vuoti sono fatti per rimanere tali e il vomito serve a non farmi sentire la pienezza, anche quella delle emozioni.
Mi scarica da ogni stato emotivo al punto da addormentarmi. 
Mi sono messa sul divano e prima delle 21 dormivo. 
Poi mio fratello mi ha portato una pizza.
L'ho mangiata in tempo record e sono andata a letto. Nessuna energia per vomitare. 
Nessuna energia per fare qualsiasi altra cosa se non dormire.. E sognare cibo avariato. 

Oggi sarà un'altra giornata bulimica, com ogni giornata.
Del peso non mi importa, non salgo più ossessivamente sulla bilancia. 
Non mi importa di essere bella, mi importa solo di non sentire dolore.

lunedì 12 maggio 2014

Voler morire

Vorrei annullarmi...
Non esistere più. Non provare nulla. 
Vorrei poter parlare.
Vorrei chiedere a qualcuno di stare qui con me, di stringermi la mano, di impedirmi di farmi ancora del male ma devo essere forte. 
Ogni rumore si acutizza dentro la testa,
Ogni voce è distorta..
Ogni dolore è più forte adesso. 
Ed io devo combattere da sola, ancora una volta con l'istinto suicida, con i mostri che mi circondano, con questa famiglia che tutto sa ma tutto tace.
Col nemico peggiore che io abbia mai avuto: la colpa del segreto.

E non mi dispiace per nessuno, fanculo a chi rimarrà deluso.. Provate voi a vivere questo incubo e non affondarvi una lama nella carne..
Provate a non desiderare la morte.
Provate a non potervi fidare di nessuno al mondo nemmeno di vostra madre (che è il motivo per cui non esiste essere umano di cui mi fidi).

Provate a vivere come me... E a volerlo fare ancora.

Troppo

Troppo anche per scrivere qui.
Troppo per viverlo.
Troppo per non farmi del male. 

Rabbia. 
Rabbia che mai avrei pensato di provare.

Vomito.

domenica 11 maggio 2014

I miei meno sentiti auguri mamma

Anche oggi ho guardato l'orologio troppo presto. Le 6 del mattino nel mio giorno di riposo.
Mi alzo, organizzo il da farsi e metto a scaldare mezza tazza di latte. Sempre la stessa tazza, sempre lo stesso latte. Non è un'abitudine, è un'ossessione.
La mia vita in questa casa è piena di ossessioni.
Entra mio fratello e mi chiede se sto dormendo perchè sono giorni e giorni che vede che mi sveglio eccessivamente presto. Gli ho detto che forse è perchè lascio che entri troppa luce nella stanza.
Ma mi sveglio di soprassalto preda dell'ansia. Ogni fottuto giorno da qualche settimana.
Si siede al tavolo  della cucina con me mentre tuffo i biscotti comprati da mia madre rigorosamente senza zuccheri aggiunti nel latte ad alta digeribilità.
Mi versa il caffè e mentre lo beviamo mi dice che dobbiamo andarcene da casa. Andare a vivere insieme.
Non è assolutamente una cosa che farò.
Devo separarmi da questa casa, da questa famiglia. Per quanto ami mio fratello vivere insieme è una cosa troppo sbagliata da fare.
Mi dispiace e mi sento in colpa ad avergli detto che non voglio vivere con lui, ma non va bene e non lo farò.
Dopo il caffè bevo un sorso di latte ma fa improvvisamente schifo.
Accendo la sigaretta e circa a metà mi viene la nausea. La butto. Respiro. La nausea non passa.
Chiudo la porta del bagno, apro il rubinetto e il latte coi biscotti scelti da mamma finisce nello scarico.
Mi sento meglio.

Oggi è la festa della mamma. Le ho fatto gli auguri non appena è rientrata da lavoro.
L'ho abbracciata e baciata e ho chiuso forte gli occhi.
Lei ha a malapena allungato un braccio per "ricambiare" l'abbraccio. Si è subito staccata.
Mi sono girata e una sensazione di disgusto mi ha pervaso il corpo.
Due minuti dopo mio padre si mette a cercare nonsisachecosa in uno dei miei cassetti.
Mia madre è intervenuta e appena mi ha visto arrivare ha subito mandato via mio padre dalla mia stanca, con la paura che potessi avere una delle mie solite reazioni con lui.
Mi chiedo però se stesse proteggendo me o lui.

Tutti hanno mangiato il mio pranzo, anche oggi ho sputato veleno. Non hanno mai imparato che ho bisogno di mangiare tranquilla,senza i loro commenti assassini sulle mie modalità di nutrimento o sulle porzioni che mangio. Oggi a mandarmi in tilt sono state le allusioni di mio padre al barattolo della Nutella a metà.
Sono sbottata. Gli ho detto chiaramente che mi ha rotto i coglioni. Lui ha iniziato a rimangiarsi le parole e dire che non stava insinuando che l'avessi mangiata io.
Gli ho detto di non comprarla se deve fare tutte queste storie. E che non voglio sentire mai più mezza parola del genere. Gli ho chiesto se ero stata chiara.
Lì è intervenuto mio fratello a dire che io non sapevo nemmeno che la Nutella ci fosse.

Ma porco *** non si rendono conto che mangio le stesse identiche cose da anni???
Che raramente mangio del dolci?
Che sono titubante quando non sono io a cucinare e chiedo nei dettagli quali ingredienti sono stati usati?
Che taglio il cibo in parti uguali?
Che lavo le posate prima di usarle quando apparecchia mio padre?
Che preferisco mangiare da sola, che non guardo in faccia nessuno mentre siamo a tavola, che non mi siedo mai composta perchè non voglio stare lì con loro?
E si permettono pure di farmi la morale se non mangio o ancora peggio di farmi notare che la maionese ha molti grassi?
questo è la prova di quanto non abbiano capito assolutamente niente.
Speravo che col ricovero a Miralago potessero imparare qualcosa...
ma quando i terapeuti dicevano loro che non dovevano parlarmi assolutamente di cibo mia madre continuava a chiedermi che cosa avessi mangiato e ancor peggio se avessi vomitato.

E' al festa della mamma. Dovrei onorarla per  tutto ciò che fa. Ma riesco solo ad avercela con lei per ciò che non ha fatto.

Forse è questa l'unica cosa che mi fa piangere.

Realizzare che il sogno di oggi non è molto diverso da quello di 20 anni fa.
Che la donna che mi mette al rogo è la stessa  che mi fa perseguitare.
Ed io scappo. Scappo da tutti quegli uomini...
Scappo senza trovare pace.

sabato 10 maggio 2014

Grazie DM❤️

Come al solito mi sono svegliata con un pó d'ansia che è passata prima che arrivassi a lavoro. Ho rifiutato l'invito di un ragazzo e non so se lo accetteró mai. 
Non è il momento di fare nuove conoscenze, vorrei essere più serena prima. 
Non posso dare nulla adesso, sono troppo presa da me stessa e dal mio dolore.

Fatica enorme a vomitare..
L'ho fatto a lavoro e non avrei dovuto e nè voluto ma è stato automatico. Non ragioni in quei momenti.
A casa ho pranzato e non si sa perchè io abbia così tanta fame oggi.
Di pomeriggio ho vomitato ancora.

Sono chiusa in questa stanca da subito dopo il pranzo. 
Sono le 18 e speravo tanto che mia madre uscisse.

Non sono voluta andare da A., avrei voluto venisse lui qui. 
Non mi scoccia andare da lui, anzi, mi sento sempre meglio quando sto da lui.. Peró avrei voluto che per una volta facesse lui uno sforzo per me..
Non è andata così e va bene lo stesso.
Vorrei scrivere tanto di lui, e se non leggesse lo farei..


Non ho chiesto a nessuna delle mie amiche se fossero libere. In realtà ho bisogno di riposare ma non chiudo occhio. Questa pessima settimana ha lasciato il segno, sopratutto la crisi di ieri..
 Io sola so quanto ho desiderato di morire in quel momento e quanto ho dovuto resistere a non farmi male perchè altrimenti mi sarei fatta troppo male. Un male irreparabile.
Come se un'ondata di dolore mi avesse travolta e bloccata.
È stato terribile e non sapevo cosa fare. Ho mandato un messaggio a Daniela (l'educatrice con cui lavoro) nonostante la sua gentilezza, nonostante il suo affetto che in alcuni giorni è davvero salvifico, nonostante la sua disponibilità io mi sono sentita nel modo in cui mi sento sempre quando chiedo aiuto: un peso, una scocciatura , una persona viziata che sta male per niente e che esagera. 
Ma no, non esagero, anzi spesso cerco di far sembrare meno grave il mio malessere, lo sminuisco perchè se davvero qualcuno realizzasse quanto realmente sto male verrei di nuovo ricoverata in un qualsiasi posto purchè sotto costante controllo.

Sono così brava a mentire, bisogna avere davvero un dono per capire che mento.
Nessuno lo nota, nemmeno le persone che vedo ogni giorno. 
Fatta eccezione per Daniela.
Mi si è gelato il sangue quando mi ha chiesto "stai di nuovo male vero?".
Non so che faccia ho fatto ma trovare una persona che abbia il coraggio o forse l'interesse di essere così diretta non è semplice.
C'è chi sa tutto di me e pur vedendomi ogni giorno non ho mai sentito un "come stai?" da parte sua. E se lo ho sentito non è stato detto con interesse.

Forse è il nome ad essere speciale. 
Chissà se riusciró a ringraziarti un giorno.

Un grazie non basta. Ma sappi che è sincero.

venerdì 9 maggio 2014

Quando smette?

Ho bisogno che ne valga la pena,
Di sapere che ci sarà un giorno migliore ma ho paura. 
Vado avanti carica di dolore col mio peso nel cuore.
Mi avevano detto che sarei stata meglio, che sarei guarita se mi fossi impegnata, se lo avessi desiderato con tutte le mie forze ma le forze non sono infinite ed io ho paura di non riuscire a rialzarmi mai più.
Ho paura di morire di dolore....
E in questo momento desidero solo sentirmi meglio e se non mi è concesso voglio chiudere gli occhi e abbandonarmi.


giovedì 8 maggio 2014

Ansia.

Mi sono svegliata alle 6 con già un carico di ansia. Ho riempito la vasca e messo il bagnoschiuma sapendo che la mattina dopo i tagli fanno ancora male e che il l'acqua calda e il sapone mi avrebbero fatto malissimo.
Così è stato. Speravo di rilassarmi ma non ha funzionato.
I tagli sotto l'orologio sono gonfi ma domani andrà meglio.
Gli altri sono un pó più fastidiosi.
Non ho fatto colazione a casa, ho continuato ad essere agitata circa fino alle 9, passata la nausea mi è venuta fame. Ho fatto colazione e sono stata più o meno bene durante tutta la mattinata. A casa ho pranzato e al momento non ho ancora vomitato. Il pensiero di farlo lo ho. Ma devo studiare e ho bisogno di avere le energie. 

Credo che questi episodi di vomito siano particolarmente legati all'ansia e al mio non riuscire a gestire le emozioni negative sopratutto in casa.


mercoledì 7 maggio 2014

Come si smette?


Il cornetto della colazione stamattina non è venuto su. Forse troppe persone fuori dalla porta. 
Ansia che viene e che va.
Torno a casa  con mio padre. Mi siedo in macchina e dico "ciao", lui non risponde e accende il motore. Gli chiedo se avesse accompagnato mio fratello a lavoro e mi dice di si. La macchina è di mio fratello, mio padre a breve non guiderà più perció abbiamo tenuto una macchina sola che dovrebbe essere anche mia, ma non la uso.
Arrivo a casa, il pranzo é pronto sul tavolo.
Risotto pollo e zucchine. 
Ne metto poco nel piatto. Il primo pensiero è stato "il riso viene su facilmente".
Mangio sola, loro hanno pranzato prima.
Mio padre in poltrona e mia madre si prepara per il lavoro. 
Devo aspettare che esca per vomitare.
Ma ho mangiato poco, posso non farlo.
Mi metto un altro pó di quella poltiglia ormai fredda. Vedo qualcosa nel forno: carne impanata e fritta. 
Ne prendo un pezzo. 
Arriva madre: hai visto che c'è anche la carne?
Io rispondo che pensavo fosse per cena.
Così mi sento autorizzata a mangiarla.
Mando giù anche due grissini. 
Esce.
Due bicchieri d'acqua e attraverso la sala,chiudo la porta e mi dirigo in bagno.

Pulisco e mi ripulisco.
Davanti allo specchio guardo i danni dello sforzo: capillari rotti. La faccia è piena di puntini rossi.
Il riso è uscito anche dal naso.
Non mi basta, non mi sento vuota. 
I pop corn e le patatine di stamattina danzano nella pancia e ridono di me.
Senza bere mi rimetto a vomitare con scarsi risultati ma fino a sentire lo stomaco contorcersi e il sapore dei succhi gastrici.
Adesso ho anche gli occhi rossi.
Ogni vena è diventata evidente.

Sono comportamenti che portano alla morte. Qualcuno dovrebbe ripetermelo sempre.
Non ho più la paura di soffocarmi quando il cibo va sia nella gola che nel naso.
Non ho paura che lo stomaco si rompa, 
Che il cuore ceda.
Che lo squilibrio idrosalinico mi faccia collassare.
Non ho paura di niente.

Ho solo paura di vivere troppo a lungo in questo modo.

Non so come uscirne...

martedì 6 maggio 2014

Male.

Ho cenato.
Una fettina e l'insalata. Porzioni un pó misere ma lo stomaco sembra voglia spaccarsi da un momento all'altro. Le gambe sono come cemento, nausea, capogiro.  Peso sul petto.

Cerco di non respingere il pensiero.
Non posso vomitare, sono tutti in casa.
Non voglio nemmeno farlo perchè il malessere è giá arrivato.

Ho spento la luce e chiuso la porta. 
È tutto buio.
È sempre tutto troppo buio.

Adesso non fa più paura, vedo i mostri anche di giorno. Appena chiudo gli occhi loro sono lì.

Lo sento il respiro vicino al mio corpo.

Sento la stessa paura ogni giorno.
Ogni momento.

Mi chiedo solo perchè le persone facciano del male ai bambini.
Mi chiedo perchè il vostro Dio non punisca chi abusa di un bambino.
Mi chiedo perchè la sola persona a pagare sia io.
Merito questo dolore?
Ho fatto qualcosa di male?

Ci siamo.

Il cuore pulsa forte.
Il fuoco nella testa.

Resisti Cazzo. Resisti.

Mi viene su la cena.

Dovrei chiamare qualcuno giusto?
È ora di cena, non si disturba a quest'ora. 

Mi sento una mano stringermi la gola.
Non c'è nessuno qui.
Giusto?
Nessuno puó farmi male adesso.




Ridatemi l'anima.

Bloccata

Vorrei vedere una via d'uscita ma non ci riesco. Non riesco ad immaginarla.
Ed è triste. 
Non ho ancora compiuto 25 anni e mi sento pronta per morire. 

Vorrei fare come mi dicono le persone che ho attorno, vorrei gridare al mondo il mio dolore, piangere, parlare.. Chiedere aiuto.
Ma sono bloccata. Desidero farlo ma mi sembra sbagliato. Io mi sembro sbagliata.


lunedì 5 maggio 2014

Going down

L'umore crolla a picco e mi ritrovo ancora un'altra volta a fissare le pareti della stanza.
Spengo il telefono, ogni tanto lo riaccendo per non allarmare nessuno.
Stamattina ho mandato un sms a mia madre dicendole che sta per venirmi un altro esaurimento e che questa non è una situazione che potró reggere a lungo.

Tra un'ora ho lezione di inglese, non ho le forze.
Salteró anche stavolta,non ho le energie fisiche per uscire di casa e stare in mezzo ad altre persone.

Ho provato inutilmente a studiare, il pensiero non si ferma e la capacità di concentrarmi è nulla. 
Che cosa dovrei fare?

La colazione è finita nello scarico e ho saltato il pranzo. Non è la giornata ideale per pranzare con mio padre.

Se mangiassi adesso finirei per abbuffarmi e vomitare. Voglio evitarlo.

Non so cosa mi sta succedendo.

E qualunque cosa sia non so come affrontarlo.

Forse è solo maggio.

Forse questo sentirmi sola mi sta lentamente uccidendo.

Le emozioni che provo sono sempre meno.. 

Non provo più amore.

Provo solo un gran senso di vuoto.

Lo sguardo si sposta sulla scatola del Seroquel da 200mg.
E se buttassi giù tutto?

Non lo faró. Non voglio dare l'allarme.state calmi,oggi non mi uccido.
Ma se qualcuno dovesse uccidermi,bhè, sarebbe il giorno giusto, non proverei dispiacere.




Non toccare

La giornata non poteva iniziare peggio.
Le sue mani nelle mie cose private. I miei diari. I miei libri che non sono mai stati toccati da altre mani se non le mie.

Cercare di mantenere la calma, non rispondere male.

Non mi resta che vomitare la colazione che tanto viene già su..
Le lacrime per questo schifo non bastano più.
Perchè questo odio?
Se fosse stato lui?

Vomito autoindotto Vs mestessa: 3 a 0.


domenica 4 maggio 2014

Pensieri a raffica.

Le unghie corte e lo smalto rovinato che non ho voglia di togliere..
La porta chiusa a chiave: siamo di nuovo noi. Io e la bulimia. 
Le ricadute fanno parte della guarigione, servono a mantenere l'equilibrio.. Bla bla bla...
Io non sono mai guarita.
È solo una bugia che racconto a tutti, anche a me stessa..
La verità è che non me ne frega più nulla di guarire, stare bene, avere un bel corpo. Non mi è mai davvero importato.
A 8 anni ho deciso che non dovevo più essere una bambolina e ho iniziato a ingurgitare cibo di nascosto. 
Ricordo benissimo che già a 10 anni io mi sentivo sola. Non ero più la cocca di papà, che poi, chi cazzo ha mai voluto esserlo? 
Ho deciso di imbruttirmi e il grasso non piace agli uomini quindi dovevo diventare grassa, dovevo tagliare via i capelli lunghi.
Ma dall'altra parte c'erano le pressioni dell'adolescenza, la competizione con le compagne di classe.. Il non poter più nascondere la femminilità.
Fino ai 17 anni mi sono vestita come un maschio: tute, pantaloni larghissimi a nascondere questo corpo in continua trasformazione... 
E poi l'inizio della fine: l'arrivo del disturbo borderline.
Il trucco nero, gli anfibi, le borchie, la musica "cattiva" sparata alta nelle orecchie giorno e notte...smettere di mangiare e mostrare al mondo che potevo ottenere quello che volevo.
Far notare alle mie compagne che anche se erano belle, quella più intelligente ero sempre io. Io la passavo liscia, io avevo i voti migliori, io non andavo a scuola per 2 settimane e tornavo con 8 kg in meno. 
Io con gli occhi sempre rossi, i capillari del viso sempre rotti fino a quando ho raggiunto l'obiettivo: essere disprezzata e detestata da tutti.
Potevo stare sola senza scuse.
Potevo nascondere i tagli senza sforzi.
A casa non c'era mai nessuno,
A mio padre dicevo che avrei pranzato con mia madre e quando lei tornava dicevo di aver mangiato con lui.. 
Il loro non comunicare mi ha sempre fatto comodo.
I pomeriggi dormivo, poi mi svegliavo e mi abbuffavo e vomitavo fino allo stremo..
Fino a non avere forze per stare in piedi..
Oppure uscivo con qualche ragazzo con cui volevo andare a letto..
Poi tornavo e mi punivo.
Così fino al diploma... Quell'estate smisi di mangiare dal giorno del mio compleanno.
Partii per l'università con 18 kg in meno ad agosto per i precorsi di medicina.
Credo di aver dato il meglio di me in quell'anno.
La mia camera era un misto di odori sgradevoli: fumo, vodka e odore di corpi nudi. 
Posaceneri pieni e bottiglie di keglevich vuote. Vestiti per terra e le persiane socchiuse...
Test di gravidanza dentro ai bicchieri, a volte nemmeno li ho guardati..
I resti del cibo sparsi ovunque e macchie di sangue.
Pagine scritte e strappate..
Il dolore che non voleva più stare nella testa ed io non sapevo come esprimerlo.
Volevo essere salvata.. Ma la mia idea di salvataggio non era contemplata dalle persone che frequentavo, o che meglio dire frequentavano il mio corpo.
Cambiavo colore di capelli ogni due per tre. 
Volevo essere salvata ma non mi era concesso confidarmi con nessuno..
L'unica persona con cui riuscii a farlo dopo poco fuggì spaventata dal mio mondo.
Mi tradii raccontando a tutti di quando mi aveva trovata coi polsi tagliati.. Prendendosi gioco di me.
Fu la prima persona e anche l'unica con cui piansi per il male che mie era stato fatto.
Il primo a cui lo dissi. Il primo ad abbracciarmi e supplicarmi di smetterla di piangere.
Il primo e l'ultimo.
Che male mi fece.
Non meritavo un tradimento così infame.


sabato 3 maggio 2014

Scuse inutili a me stessa

Dovrei scusarmi con me stessa per come mi maltratto, per tutte le volte che negli ultimi 10 anni ho chiuso a chiave la porta del bagno, acceso la musica, aperto il rubinetto della doccia e ho spinto due dita in fondo alla gola.
Dovrei scusarmi con me stessa per tutte le volte in cui, negli ultimi 10 anni, nel buio della mia stanza, nei bagni della scuola, seduta accanto al lavandino, dentro la vasca da bagno, sotto le coperto, ho lasciato segni sul mio corpo tagliandomi.
Dovrei chiedere scusa a me stessa per aver abusato del mio corpo in ogni modo possibile.. Per averlo concesso senza dignità ad ogni ragazzo e ad ogni uomo che ha voluto sfiorarmi, per ogni rapporto non protetto, per il sesso sporco e senza alcun senso.
Dovrei chiedere scusa a me stessa per ogni insulto, per ogni droga, per ogni sottomissione, per ogni sbronza, per ogni giorno passato a nascondermi, per ogni ricovero, per ogni farmaco preso e per ogni tentativo di farmi fuori.
Per ogni lacrima mandata indietro e per le troppe colpe che mi assumo.
Scusa a me stessa per la testardaggine quando avrei dovuto lasciarmi andare e per essermi lasciata andare quando dovevo lottare.
Scusa a me stessa per non essermi difesa, per aver vissuto la violenza infinite volte, per essere fuggita quando bisognava restare e per non averlo fatto in situazioni di pericolo.
Scusa a me stessa per essermi innamorata di uomini che mi hanno fatto del male, di uomini che non possono provare amore per me, di aver fatto di tutto per compiacerli, di essermi spinta in situazioni di pericolo, di essere arrivata a vendermi senza scappare.
Scusa a me stessa per non aver chiuso gli occhi,
Scusa a me stessa per l'odio che provo,
Scusa a me stessa per non avere le forze di cavarmela da sola.
Scusa a me stessa per essere una perdona bisognosa.
Scusa a me stessa per ogni centesimo speso in droga,alcool e cibo da vomitare.
Scusa a me stessa per essere sbagliata.

Posso scusarmi all'infinito, ma che senso ha se non riesco a perdonarmi?


Lo schifo.

venerdì 2 maggio 2014

Pago pegno.

Un giorno di serenità costa caro.
Oggi pago il conto per non essere stata male ieri.

Solo voglia di farmi male..
Solo bisogno di bisogno di rassicurazioni che non arrivano.