giovedì 13 febbraio 2014

Ultimo post

Non riesco a stare sola. Non riesco a non parlare con nessuno di quello che mi succede.
Vorrei gridare che sto male..
Vorrei gridare tutta la rabbia..

Non posso più scrivere qui.
Non posso dirlo a nessuno.
Non devo attirare l'attenzione.

Che cosa mi resta da fare se non farmi del male?
Mi manca la volontà di fare qualsiasi cosa.

Cerco qualche pastiglia di tavor, devo averle nascoste da qualche parte. E non mi importa niente se domani non andró a lavoro. Non mi importa di niente. Voglio dormire,solo mentre dormo non posso semtirmi sola.

Il mio posto non è questo,mi sento completamente fuori luogo.
Voglio una soluzione, oppure voglio marcire in questo vuoto,almeno posso morire in pace.

Non posso più scrivere qui.
Non posso più attirare la vostra attenzione.

Non voglio scrivere mai più.

Fuggi stupida bambina, vattene via lontano, non voglio vederti mai più.

martedì 11 febbraio 2014

Salvati dal mostro che sono

Rientrate a lavoro oggi mi ha riportata nel mondo reale. 
Ho gestito l'inizio di una crisi di panico avuta il primo quarto d'ora e per il resto ho cercato di tenermi sul pianeta Terra.
A fine mattinata è passato G., abbiamo parlato una mezz'oretta e mi ha chiesto se il mio senso di colpa non fosse dovuto al mio stare in silenzio, al mio nascondere alla famiglia l'accaduto.
Mi ha detto anche che dovrei selezionare amicizie più positive e su questo non posso dargli torto, ma in realtà, come ho già scritto, a me non importa di nessuno al mondo tolto A. ..forse nemmeno delle mie amicizie storiche. 
Posso vivere tranquillamente sola,è già il modo in cui lo faccio nel momento in cui decido di non spingermi oltre nelle relazioni, nel momento in cui non riesco a parlare dei miei reali problemi.
Nemmeno A. sa bene che cosa mi sta succedendo.
E' un mio grande scoglio quello delle relazioni. Riesco a creare bellissimi rapporti che poi si trasformano in dipendenza, superando il confine che divide il mio mondo interiore malato da quello dell'altro. Portando a fondo con me la persona da cui ricevo un bene reale, perchè si sa, quando ci si spinge oltre poi fare a meno è qualcosa di cui le persone come me non sono capaci.
Vorrei essere capace di stare in piedi da sola, essere capace di affrontare i miei pensieri senza doverli per forza esternare al malcapitato di turno che puntualmente si ritrova senza armi per difendersi dal mio male. E scappa.
Lo capisco, capisco che allontanarsi da me viene spontaneo perchè il mio dramma è difficilmente gestibile. Anzi non lo è per niente. 
Esaspero chiunque, e grazie al cielo la mia terapeuta non può mollarmi, per lei è lavoro e deve starmi a sentire per forza. Questo tampona un pochino il malessere generale. 
La mia arrendevolezza provoca rabbia a chi la percepisce, mi schiaffeggerebbero se potessero. 
E,che ci crediate o meno, sono stanca di me stessa a tal punto che mi sembra di essere pronta per morire. 

Nella crisi (non identificata) di ieri sera ho avuto un momento di estrema tranquillità che oso definire "beatitudine", in cui forse ho visto anche la luce. Nella mia dissociazione mi sono vista avvolta in un fascio luminoso, e la mente era così leggera che nel chiudere gli occhi ho pensato "ecco,ci siamo. Sono pronta."
Gli insetti nella mia testa hanno smesso di ronzare e c'è stato il silenzio. 
Non riuscivo quasi a muovermi,ma non avrei nemmeno voluto farlo. Sono rimasta immobile sperando per ancora un'altra notte, ma stavolta l'ho creduto possibile, che non avrei più riaperto gli occhi.

Avrei voluto che qualcuno si sdraiasse accanto a me e mi stringesse.
Sarei voluta stare tra le braccia di mia madre e addormentarmi sulla sua pancia perchè il rumore del suo respiro mi rasserena. 
Non mi è concesso niente di tutto ciò perchè la mia immagine è serena, lo rimarrà fino a quando non crollerò del tutto. 
E forse è un momento fin troppo vicino. 
Più si avvicina e più ne ho paura.
Più ho paura e più mi sento sola.

Il vomito e l'autolesionismo non bastano più a fuggire dal male. Tutto è inutile quando il mio unico desiderio è non avere più queste crisi che non so gestire.

Ho bisogno di te più di qualunque altra persona al mondo, 
ma non mi resta che mandarti via. 
E' l'unico modo per salvarti dal mostro che sono.

Again (6 Febbraio 2014)

Qualcosa non va.
Capire cosa non mi riesce. 
È come se avvertissi un allarme, un qualcosa che sta per succedere. Mi sento in bilico. Tra il cadere e lo stare in piedi. 
Oscillo.
Lentamente.
Vorrei afferrare un appiglio, ma ho il vuoto attorno.
Mi sento di nuovo sola. Mi rassegno a questa condizione ma non la accetto. 
Il senso di abbandono non riposa mai, si fa forza di queste situazioni per crescere ancora. Vince sempre.
Continuo a sentirmi abbandonata.
Continuo a sentirmi sbagliata.
Continuo a sentirmi in colpa. 

Vorrei che qualcosa di bello accadesse.
Una bella notizia, una novità. 
Invece mi sento marcire dentro a questo corpo, dentro a questi pensieri drammatici, avvolta dal vuoto e dalla colpa, sola. 

Vorrei far finire tutto.. Perchè così non ne vale più la pena.


lunedì 10 febbraio 2014

non so che male posso fare se sogno solo di volare.

Confondo cosa è reale con i segnali sbagliati che la mia testa manda.
Tutto si amplifica.. come se mi graffiassero i timpani.
Ho faticato a capire se il rumore della pioggia fosse vero  o solo nella mia testa. Mi sono alzata e mi sono affacciata alla finestra, sentivo il rumore ma le mie mani tremanti rimanevano asciutte.

Vattene.
vattene via.

Non posso raccontare a nessuno quello che sta succedendo... quello che sento...

un'altra linea rossa.

catapultata in uno stato di trans perfetto.

non riesco a scrivere più.

Non mi sono mai sentita così confusa.

Guardo il sangue uscire goccia a goccia... tante piccole perle rosse che si uniscono...




Abbracciami. Solo se mi stringi forte,più forte che puoi, tutto questo può andare via.





mercoledì 5 febbraio 2014

Inutile

Tutto va avanti in maniera più che eccellente senza di me. 
Mi sento così inutile. Che io ci sia o meno,non fa differenza. 
A lavoro, nella vita degli altri. 
Non sono essenziale.
È molto triste realizzare questo. 
È come se non avesse un senso vivere. 
Come se tutto quello che faccio risulti inutile perchè quando smetto di farlo la differenza non si nota.

È terribile.

Non valgo..

Per niente e nessuno.

Non ha senso vivere così...
Non ce l'ha. Ed io non voglio farlo. 

Detesto

È un rapporto che non si risanerà mai.
E mai smetterà di fare male.
È ora di crescere, di mettere fine ad ogni antico dolore. 

Can't grow up without your love.

martedì 4 febbraio 2014

Equilibri

Qualcosa smette improvvisamente di funzionare,come la corda di un violino che si rompe facendo un rumore stonato provocando subito dopo un momento di silenzio. 
Quel precario equilibrio che si spezza esplodendo in urla isteriche. 
Sono capace di urla molto forti e parole pesanti che adesso misuro,non tollero il sentirmi in colpa per quello che viene fuori dalla mia bocca.
Il dolore alla gola dopo aver gridato è identico al post vomito. 
Vomitare rabbia mi stanca come vomitare cibo. 
Vorrei avere dei nervi saldi e un temperamento equilibrato,ma in questi ultimi mesi il mio sistema nervoso ha mostrato feroci segni di cedimento. 
Esistono gli accumulatori compulsivi di oggetti (spazzatura) e poi esistono le persone come me che costantemente accumulano le emozioni e le nascondono in qualche angolo dell'inconscio arrivando poi ad un evidente stato di non tolleranza che demolisce la facciata del castello di carta velina , che già aveva iniziato a bucherellarsi. Ed è lí che succede che ,una persona con un'inclinazione alla psicosi, va letteralmente in tilt. 
E allora benvenuti sbalzi di umore bipolari, momenti di dissociazione, sintomo bulimico, autolesionismo, crolli emotivi di ogni forma e intensità, panico, nausee, capogiri, mal di testa.. Il tutto con un'enorme forza nel nascondere e nell'andare avanti fingendo di essere perfettamente in equilibrio con se stessi e con il mondo. 


Tra tutte le persone su questa terra.. È verso mia madre che sprigiono il più acido dei miei veleni. 
Mi chiedo perchè fingendo di non avere risposta. 
In realtà continuo ad ignorare quanta "influenza" abbia avuto su tutta la mia vita, sul disturbo, sulle relazioni, su ogni cosa.

Un giornó disimpareró ad ignorare la mia rabbia, 
Quel giorno saró libera.