venerdì 9 agosto 2013

No Sense.

Lo stomaco pieno mi distoglie da ogni pensiero.
Un uovo in camicia e 3 fette di pan bauletto integrale tostate.
Non posso vomitare con i miei e mio fratello in casa.
A pranzo mio padre mi ha controllata e non sono potuta andare in bagno.

Forse posso salvarmi se basta questo per impedirmelo.
Ero anche molto stanca e a rischio di svenimento,forse è stato un bene. Anzi sicuramente lo è stato.

Stamattina ho avuto molta difficoltà a mandar via la colazione. Sarà che in quel bagno non volevo vomitare. Sarà che non avevo abbastanza energie per sforzarmi.

Oggi la mia punizione è stare con la pancia piena.
Domattina la bilancia esprimerà il suo giudizio che sicuramente sarà negativo rispetto ad oggi.

Ogni parte del corpo esprime sofferenza, ed io continuo a fare finta di nulla. Continuo a fare sembrare tutto perfetto.
Solo le persone più attente notano che qualcosa non va, ma sono comunque troppo impegnate per poter parlare con me. Non che io riesca ad aprirmi particolarmente... Non lo faccio nemmeno con me stessa.
Non mi aspetto che gli altri si interessino a me. So di essere noiosa,petulante,triste e patetica.
So di non meritare niente di più rispetto a quello che ho. Ma lo vorrei.

Allontano sempre ciò che voglio.

Un'eterna espiazione di colpe che non ho ma che sento in ogni pigmento della pelle.
Le mie mani hanno colpa e non gli ho più permesso di suonare.
I miei capelli hanno colpa e ho lasciato che cadessero come foglie in autunno diventando spenti e trascurandoli.
La mia bocca ha colpa. Forse quella più grande. Col sintomo bulimico ripete la violenza subita. Riempirla e svuotarla.
Il mio ventre ha colpa.
La mia femminilità ha colpa.
I miei occhi che non vogliono più stare aperti e a cui non è permesso piangere hanno colpa...
Le mie gambe hanno colpa per i calci che non hanno dato, per le fughe che non hanno corso.
La mia schiena troppo liscia ha colpa.


Cerco di ricordare i dettagli più dolorosi e mi vengono in mente solo ricordi più recenti. Emozioni che mi legano a quelle violenze.

Nel 2009 conobbi Simone. L'esatto opposto della persona che avrei voluto accanto.
Siamo stati insieme circa 9 mesi. 9 mesi in cui fare l'amore con lui era diventato così doloroso emotivamente che smisi di vomitare per un pò.
Piangevo sempre e lui non se ne accorgeva mai. Alla fine di ogni rapporto io mi paralizzavo e volevo andare a casa di corsa.

I suoi modi, il suo ansimare, il suo corpo, le sue movenze. Ogni cosa di lui mi spaventava così tanto dal doverlo amare per sopportare la paura.

Ricordo un episodio in particolare in cui mi convinse a provare la nuova esperienza del rapporto anale.
Solo il contatto mi fece scoppiare in una crisi di pianto isterico e seguente attacco di panico.

Adesso so il perchè.


Mi misi in salvo quando capii quanto violento potesse essere,anche con me.



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Stare sola è quello che so fare meglio, non dovrei permettere a nessuno di entrare nella mia vita.
Non dovrei mettere in difficoltà le persone raccontando i miei problemi.

So che avere qualcuno accanto che mi capisca è il desiderio della mia vita, ma rischio una dipendenza perciò devo riuscire a stare sola.
Devo riuscire a salvare me stessa come faccio con gli altri.


La dipendenza affettiva con L. si era trasformata in una 'folìe à deux', uscirne salve non è stato semplice.

Forse ho semplicemente paura che qualcuno possa volermi bene nonostante i miei segreti.
Paura dell'abbandono come sempre.


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