Non riesco a muovermi. Il tragitto dalla mia stanza alla cucina sembra lungo km.
"sei ancora sveglia?domani ti devi svegliare!" come se a 24 anni non fossi capace di alzarmi per andare a lavoro. Fosse questo il problema. Ormai sono così abituata al mio sonno irregolare che se dormo bene mi pare strano.
La testa è pesante,come se stesse stretta in un casco di ferro. Come se avessi io cervello gonfio e la scatola cranica fosse troppo stretta.
Finalmente l'aria entra dalla finestra.
Il letto é bollente. Surriscaldato come la mia testa. Ci vorrebbe una pausa. Ci vorrebbe che non vomitassi. Ci vorrebbe che non ricordassi.
La prima volta che riuscii a vomitare fu il 5 dicembre 2005.
Un cucchiaino di tiramisù che mi sembrò troppo.
Fui felice.
All'inizio era la soluzione a tutto. Era facile,veloce e indolore.
Potevo perdere 10 kg in un mese,ma poi divenne difficile. Il peso non scendeva più.. Potevo solo smettere di mangiare. A 19 anni trovai la forza che ogni bulimica desidera: quella di smettere di mangiare.
Colazione: the verde s.z.
Pranzo: coca zero.
Merenda: mela.
Cena: aria.
Ginnastica per tutto il giorno.
Su e giù per le scale.
Docce gelide.
Iniziai il giorno del mio compleanno e al 23 agosto avevo due taglie in meno.
Con l' inizio dell'università i ritmi erano diversi. Dovevo mangiare almeno un pó.
Sospesi il prozac.
Tutti si accorsero che non mangiavo piú e mi costrinsero a farlo.
Ricominció l'incubo delle abbuffate. Non ero capace di un pasto normale. O tutto o niente.
Una volta corsi via da una lezione perchè dovevo assolutamente compiere il mio rituale.
Iniziai a mangiare appena messo piede fuori dalla facoltá e finii a casa seduta per terra accanto al wc. Con la mano sporca di vomito continuavo a mangiare. 10 biscotti del discount,quelli grandi rotondi e doppi con in mezzo la crema al cioccolato. 10 e poi fuori tutto. Poi altri 10. Bevevo acqua calcarea dal rubinetto per facilitare l'espulsione. Il cibo era sparso su quelle mattonelle antiche che ben conoscevo. Casa di nonna.
Forse è stato un bene decidere di venderla. Forse sarei potuta morire continuando a vivere da sola in quella casa piena di fantasmi.
Mi svegliai ore dopo essere rimasta svenuta tra il water e il lavandino,sporca di vomito e di sangue che perdevo dal naso.
Per un pó smisi di vomitare. Ingrassai oltre 20 kg.
Poi smisi di nuovo di mangiare. Ripresi a vomitare i pasti normali,il mio unico pensiero erano le ossessioni per il corpo,le calorie.
Il mio corpo andó in standby. Il ciclo arrivava ogni 2-3 mesi se ero fortunata,il peso rimaneva stabile e vomitavo sangue.
Mangiavo all'universitá e poi correvo in bagno.
Era il mio modo di affrontare la vita. Paradossalmente era quello che mi teneva in vita e non mi faceva precipitare nel vuoto.
Lo stomaco faceva così male... Ma il dolore era quello che volevo.
Raschiavo il fondo e nessuno se ne accorgeva. O forse nessuno sapeva quale fosse la cosa giusta da fare con me.
Così mi spedirino in una clinica per disturbi alimentari molto lontano da casa.
Ucciseró Ana e Mia.
Ma non sanno che il loro fantasma è qui con me.
Non voglio rivivere tutto.
Il mio corpo ci mette giorni per rimprendersi da un episodio di abbuffata+vomito.
Diventano piú frequenti. E questa volta so che fisicamente non reggo. Per 10 anni ho messo il mio corpo a dura prova,non è piú come quando potevo vomitare 18 volte al giorno e avevo ancora la forza per massacrarmi in palestra.
Sono spaventata ma so che è solo il metodo che conosco per fuggire,per non affrontare. Un metodo che potrebbe uccidermi.
Ma in fondo è quello che voglio.
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