domenica 29 settembre 2013

Domenica.

H.13.30, catapultata nel mondo di Los Santos fino alle 18.30,ora in cui spengo la Play Station e mi trascino fino al divano... zapping. Programmi senza senso per persone mediocri.
Un panino con l'insalata.
Cominciano le domande di mia madre. Dicesse qualcosa di sensato l'ascolterei pure.

Mi alzo, direzione libreria della mia camera.
Ultimo scaffale in basso. Cartelle grandi e piene.
Le apro. Sfoglio i miei disegni di bambina. 1993,1994,1995.

Cerco qualcosa che abbia un senso,che mi dia delle conferme.

Non trovo niente.

Ci sono sempre le stesse figure: una bambina sola. Col sole,con la pioggia.
E una mamma molto grande.

Ritrovo i vecchi diari... Li sfoglio e mi soffermo nelle immagini.
Nei disegni scarabocchiati sovrappensiero.

C'è qualcosa di ricorrente.

Piove. Vorrei piovesse dentro questa stanza. Vorrei si allagasse tutto e che l'acqua mi sollevasse e mi facesse sentire leggera. Invece sono piombo. Paralizzata in questo tormento.

Mia madre entra,non fa domande. Non mi chiede come mai ho messo fuori quei disegni... eppure mi sarei aspettata qualche parola a riguardo.
Invece no.
Dice qualcosa ma io non sono lì,la mia mente è distante...
Non mi volto e continuo a studiare quelle immagini.

Rimetto in ordine e sto ferma sul letto per un pò. Non ho pensieri,non ho parole. Sto ferma nel vuoto.

Mi alzo, mi rimetto a giocare con la play.

Sono le 22. Domani lavoro anche di pomeriggio.

Mi dico che non potrò permettermi di avere questa faccia. Mi dico che devo sforzarmi.
Mi rendo conto che non ci riesco.
Io, la bugiarda per eccellenza,quella che anche strafatta di farmaci quella notte al pronto soccorso voleva convincere tutti dicendo di stare bene,adesso non riesco a fingere.

Unghie corte,mangiucchiate e senza smalto (io che mai sto senza),mani che tremano,capelli incolti,niente più trucco da una settimana (io che non vado a lavorare senza),niente abbinamenti,niente lettura,niente... Mi sto abbandonando. Eppure dovrei averne il tempo.
Sono uscita meno queste ultime giornate,e quando mi sono sforzata di farlo non ho concluso la serata e sono rientrata prima di tutti. Non posso stare in mezzo alla gente,non posso fingere per troppo tempo,non riesco a rimanere attenta per molto tempo... mi perdo. La mente se ne va e il pensiero va a rifugiarsi chissà dove,abbandonandomi.

Sono spaventata,
sono sola,
sono stanca.

Sogno un'altra me accanto, una me comprensiva,che si sieda accanto a me mentre me ne sto qui,nel letto,e mi accarezzi i capelli senza parlare...
Che asciughi queste lacrime che scendono lente sul mio viso inespressivo e fisso su queste parole.



Stasera il vuoto ha il sopravvento sopra il dolore. Lo preferisco.



Piccola F. è ora che tu vada  a giocare, ti prometto che nessuno ti farà del male.

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