sabato 21 dicembre 2013

Piangi pure piccola F.

S. è tornato. Forse ho già scritto il suo nome per intero qui. Stefano. Un amore grande della mia vita. forse l'unico. Non lo so.
E' tornato dopo circa un mese e mezzo. I tempi dei suoi ritorni si accorciano.
Chissà perchè non mi lascia andare via,chissà perchè non mi prende. 
Ha comprato casa,mi ha chiesto di aiutarlo nell'arredarla. Oggi siamo andati a vederla dopo avermi accompagnato al centro commerciale per gli ultimi regali. 
Sembrava quasi che in quella casa dovessimo viverci insieme per come me la mostrava... 
Poi mi ha abbracciata. Mi ha baciata. Ed io non ho sentito niente.

Ti ho amato così tanto,da starci così tanto male che adesso nemmeno mi importa più.
Aspettavo da anni questo giorno.
Il giorno in cui nell'abbracciarci stretti io non avessi provato altro che niente.

Microchip emozionale formattato.
Scheda vuota.
Vuota dal non volerti più baciare.
Dal respingerti non appena le tue mani hanno iniziato a muoversi. Non più sul mio viso, dietro la nuca,ma sui fianchi, sul seno.
Mi dispiace ma non posso tollerarlo. 
Mi dispiace averti respinto.. vorrei sapessi che cosa mi passa per la testa.

Vorrei portarti con me da D.,farti sedere da una parte ad ascoltarmi... solo così sapresti chi sono davvero.
Quello è l'unico posto io cui posso parlare di quello che mi fa paura. 
Una volta alla settimana posso essere me stessa. 
Una volta alla settimana posso parlare di quello che mi fa stare male, male davvero.
E non è l'amore,non è un rapporto con qualsiasi persona ma è la mia paura di diventare pazza dal dolore.
E' la paura di ricordare che si sovrappone alla voglia di farlo,schiacciandola e allontanando sempre di più il ricordo di quelle maledette,schifose,assassine mani. 
E' la non-rabbia. E il disagio. E' l'odio che ancora riverso su me stessa, su quella povera bambina che non ha MAI fatto niente di male e che è stata..

è stata...

Non riesco a scriverlo.
Sono solo delle semplici lettere. Simboletti su una tastiera bianca.

Schiaccia quelle maledette lettere Francesca. 
Premi questi dannati tasti e scrivilo.


V   I   O   L   E   N   T   A   T   A. 





E' strano come tutto inizi improvvisamente a girare. 
La stanza è una giostra,riesco quasi a vederli i cavalli che girano. Francesca non sale su quella giostra.
Guarda gli altri bambini ridere e salutare i loro genitori.
Francesca non ride.
Francesca non sorride.
Sta immobile,guarda il mondo che gira davanti ai suoi occhi... La giostra si ferma, i bimbi fanno i capricci perchè il loro turno è finito.

Francesca non sale. 

Guarda tutti quei papà e le loro bimbe e abbassa la testa. 
Nessuno la vede. Tutto scorre. 
Ferma. In silenzio. 

Non sente più il suo corpo.. 
Mangia,forse così puoi sentirlo diventare grande,diventare brutto e nessuno vorrà mai più toccarlo. 

Piccola Francesca,piangi pure. 
Dove sono la tua mamma ed il tuo papà?
Chi sono tutti questi  grandi?
Piangi,ti nascondi tra le mani e non vuoi nessuno. Vuoi solo piangere. Piangere. Piangere. Piangere.

Piangere. Piangere. Piangere.



Non sei più nella bolla buia. 
Sei davanti alla giostra,con i cavalli e la carrozza di Cenerentola che girano... 
Girano..

Tutto si confonde.. La realtà si allontana e vedo solo te. 
Qualcuno parla ma non riesco a  capire. 

Perchè piangi così forte? 
Non riesco a sentire altro. 
Non sento più le voci allegre dei bambini,
vedo solo te e il tuo pianto di dolore e disperazione. 

Gridalo quel fottuto nome, sputalo fuori, raccontamelo.
Non capisco cosa dici. 



Piangi, nessuno ti dirà mai più che è sbagliato farlo.
Piangi pure adesso.
Vieni qui, non ti lascio più sola. 





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