domenica 29 dicembre 2013

Risposte.

Le risposte arrivano nel momento esatto in cui smetti di cercarle.
Arrivano. Sempre. 
Forse smetti di cercarle perchè non ha più importanza,perchè hai imparato a fare senza.
Proprio come un ex fidanzato che torna quando tu ti sei appena rialzata e ricominci una vita senza la sua mancanza.
E' stato così per me.

In questi anni di psicoanalisi,ricoveri e drammi, ho cercato continuamente la risposta al "Perchè sto male? Che cosa ho che non va? Sono pazza?".
No,non sono pazza. Ma si, ho paura di diventarlo.
Non erano patologie psichiche quelle si ostinavano a voler curare con mg e mg di psicofarmaci,fino ad assumere dosi da cavallo e continuare comunque a vivere nella sofferenza. 
Ma nessuno mi credeva quando dicevo che non ne traevo beneficio, che mi facevano solo ingrassare e intossicare.
Continuavano ad insistere dicendomi che ero in piena psicosi e per questo volevo smettere la terapia farmacologica.
Indubbiamente ho avuto le mie psicosi,i miei esaurimenti,le mie crisi depressive e anche quelle maniacali. Ciò è fuori discussione. 
Ma i farmaci non funzionavano perchè non c'era niente da curare. 
Perchè il mio non era e non è un disturbo psichico.
Il mio è "solo" un trauma inaccettabile.
Il mio sguardo non era "vuoto", era dissociazione. 
I miei attacchi di panico non erano disturbi d'ansia, erano situazioni che mi provocavano emozioni negative e risvegliavano paure ed io tremavo e non volevo essere toccata perchè avevo paura.
La mia bulimia non era il capriccio della quindicenne che vede il suo corpo cambiare: era,ed è, violentarmi con il cibo e poi vomitare lo schifo.
Il mio tagliarmi non era un altro punto per raggiungere il 100% dei 9 punti dei criteri diagnostici della personalità borderline,era un dovermi punire per colpe inesistenti ma che mi soffocavano. 
La mia sessualità promiscua non era un divertimento universitario, era il bisogno di un finto calore umano, il seguente abbandono e la sensazione di sporco che mi ostinavo a rivivere.
Le mie dipendenze affettive non erano altro che la ricerca di un affetto in grado di proteggermi.
E le altre dipendenze,quelle più ovvie, erano la comune ricerca di un'evasione,cosa che ho raggiunto anche senza l'uso di sostanze.

Questo l'ultimo nome venuto fuori: Disturbo dissociativo.
Nessuna pillola per curarlo.
Nessun modo per gestirlo.
La testa va. Dove non lo so ma scappo. Nego. Mi nascondo. 
Nella mia bolla buia,nera e senza porte nè finestre mi fermo e trovo lei. La piccola F.
La bambina che nessuno ha mai protetto.

I collegamenti sono sempre di più e arrivano dal nulla. O da input esterni.
Come Dr. House quando ha le sue famose illuminazioni.
Così arrivano i feedback nella parte di me che fa di tutto per ricordare e capire.

Forse se papà non fosse stato impegnato a scoparsi la sua segretaria e mamma depressa per questo, forse si sarebbero accorti che la piccola F. nascondeva un segreto. 

Fare supposizioni a volte mi aiuta,altre volte mi appare totalmente inutile. 
La mia memoria non vuole saperne di collaborare. 
Riesco solo a capire di più il mio corpo e i milioni di malesseri che mi presenta quando il dolore arriva più forte. 
Nelle ultime settimane ho attacchi di nausea che vomiterei qualsiasi cosa ho dentro,organi compresi.
Non arriva da sola ma con tachicardia e capogiri.
Solitamente mi allontano da tutti,se posso esco all'aperto e prendo aria. Passa subito.
Succede principalmente al mattino e poi la sera quando vado a letto. Non importa cosa io abbia mangiato,arriva così puntuale che quando tarda mi pare manchi qualcosa per poter dire che la giornata è terminata.

L'aver subìto questo enorme trauma in un'eta in cui a malapena parlavo, ha realmente intaccato e condizionato tutto nella mia vita. C'è da chiedersi come avrebbe potuto non farlo. 
Io non lo avevo mai pensato. Mi hanno convinta di avere qualcosa di sbagliato, qualcosa che in me non funzionasse, qualche squilibrio chimico.. Come la storia del Disturbo Bipolare. 
Io non ho mai accettato questa diagnosi, non ho mai presentato la domanda di invalidità. Ho sempre pensato che non fosse la diagnosi giusta. Non mi calzava troppo perfetta, non la sentivo. Forse me ne sono convinta con il tempo, con lo stare attenta ai cambiamenti dell'umore.. con profonde depressioni e altrettanto innalzate ondate di energia positiva. Ho accettato, mi sono curata, ho avuto 3 ricoveri a causa di questo.. e anche in questo caso i criteri diagnostici del DSM li soddisfo tutti. Mi sono convinta,una volta sospesi i farmaci (litio+seroquel+xeristar+tavor) di sapere gestire le crisi. Mi impegnavo, mi curavo con metodi alternativi,cosa che tutt'ora faccio, mi imponevo di non abbandonarmi alla depressione, e mi auto-ridimensionavo quando finivo lassù,sopra le righe. 
Eppure mia madre si è sempre battuta sulla questione "sua figlia è malata,dovrà prendere medicine a vita".
Sempre.
Come se sapesse che i miei problemi sono dovuti a qualcos'altro. Come se sapesse che una motivazione valida esiste.
E allora mi chiedo,quanto sa?
Cosa sa?
E se lo sa perchè non mi ha protetta?
Perchè non mi ha consolata?
Perchè mi ha fatto divorare per 20 anni dai mostri che vivono nella mia testa?
Perchè non ha mai accettato che io andassi in terapia o mi ricoverassi?
Che paura aveva?

Io a queste domande non voglio una risposta che so già arriverà proprio per questo. .

C'è qualcosa che non mi torna.
Non mi tornano le motivazioni delle dipendenze dei miei fratelli.
Non mi tornano le questioni di famiglia di quegli anni.
Non mi torna il silenzio quando faccio delle domande.


L'unica cosa che mi torna e che finalmente ha un nome è il mio dolore.










sabato 21 dicembre 2013

Piangi pure piccola F.

S. è tornato. Forse ho già scritto il suo nome per intero qui. Stefano. Un amore grande della mia vita. forse l'unico. Non lo so.
E' tornato dopo circa un mese e mezzo. I tempi dei suoi ritorni si accorciano.
Chissà perchè non mi lascia andare via,chissà perchè non mi prende. 
Ha comprato casa,mi ha chiesto di aiutarlo nell'arredarla. Oggi siamo andati a vederla dopo avermi accompagnato al centro commerciale per gli ultimi regali. 
Sembrava quasi che in quella casa dovessimo viverci insieme per come me la mostrava... 
Poi mi ha abbracciata. Mi ha baciata. Ed io non ho sentito niente.

Ti ho amato così tanto,da starci così tanto male che adesso nemmeno mi importa più.
Aspettavo da anni questo giorno.
Il giorno in cui nell'abbracciarci stretti io non avessi provato altro che niente.

Microchip emozionale formattato.
Scheda vuota.
Vuota dal non volerti più baciare.
Dal respingerti non appena le tue mani hanno iniziato a muoversi. Non più sul mio viso, dietro la nuca,ma sui fianchi, sul seno.
Mi dispiace ma non posso tollerarlo. 
Mi dispiace averti respinto.. vorrei sapessi che cosa mi passa per la testa.

Vorrei portarti con me da D.,farti sedere da una parte ad ascoltarmi... solo così sapresti chi sono davvero.
Quello è l'unico posto io cui posso parlare di quello che mi fa paura. 
Una volta alla settimana posso essere me stessa. 
Una volta alla settimana posso parlare di quello che mi fa stare male, male davvero.
E non è l'amore,non è un rapporto con qualsiasi persona ma è la mia paura di diventare pazza dal dolore.
E' la paura di ricordare che si sovrappone alla voglia di farlo,schiacciandola e allontanando sempre di più il ricordo di quelle maledette,schifose,assassine mani. 
E' la non-rabbia. E il disagio. E' l'odio che ancora riverso su me stessa, su quella povera bambina che non ha MAI fatto niente di male e che è stata..

è stata...

Non riesco a scriverlo.
Sono solo delle semplici lettere. Simboletti su una tastiera bianca.

Schiaccia quelle maledette lettere Francesca. 
Premi questi dannati tasti e scrivilo.


V   I   O   L   E   N   T   A   T   A. 





E' strano come tutto inizi improvvisamente a girare. 
La stanza è una giostra,riesco quasi a vederli i cavalli che girano. Francesca non sale su quella giostra.
Guarda gli altri bambini ridere e salutare i loro genitori.
Francesca non ride.
Francesca non sorride.
Sta immobile,guarda il mondo che gira davanti ai suoi occhi... La giostra si ferma, i bimbi fanno i capricci perchè il loro turno è finito.

Francesca non sale. 

Guarda tutti quei papà e le loro bimbe e abbassa la testa. 
Nessuno la vede. Tutto scorre. 
Ferma. In silenzio. 

Non sente più il suo corpo.. 
Mangia,forse così puoi sentirlo diventare grande,diventare brutto e nessuno vorrà mai più toccarlo. 

Piccola Francesca,piangi pure. 
Dove sono la tua mamma ed il tuo papà?
Chi sono tutti questi  grandi?
Piangi,ti nascondi tra le mani e non vuoi nessuno. Vuoi solo piangere. Piangere. Piangere. Piangere.

Piangere. Piangere. Piangere.



Non sei più nella bolla buia. 
Sei davanti alla giostra,con i cavalli e la carrozza di Cenerentola che girano... 
Girano..

Tutto si confonde.. La realtà si allontana e vedo solo te. 
Qualcuno parla ma non riesco a  capire. 

Perchè piangi così forte? 
Non riesco a sentire altro. 
Non sento più le voci allegre dei bambini,
vedo solo te e il tuo pianto di dolore e disperazione. 

Gridalo quel fottuto nome, sputalo fuori, raccontamelo.
Non capisco cosa dici. 



Piangi, nessuno ti dirà mai più che è sbagliato farlo.
Piangi pure adesso.
Vieni qui, non ti lascio più sola. 





bozza di qualche giorno fa

Non ho più nulla da dire,
i giorni passano...ed io vado avanti per inerzia.
Ansia di fare qualsiasi cosa. Perennemente con la nausea.
Ho paura nel fare qualsiasi cosa. Paura di non riuscire. Paura di fallire.
Mi detesto e più mi detesto e meno riesco a migliorarmi.
Non vorrei mai uscire ma in casa ho attacchi di panico.
Sono fisicamente stanca,non riesco a rilassare il mio corpo in nessun modo se non con sostanze esterne.
Con l'alimentazione va malissimo. Dopo una settimana di digiuno,2 di vomito ora sono nella fase n.3: la fogna.
Sto mangiando troppo e non seleziono particolarmente i cibi perchè,ripeto,sono stanca. Mangio quelllo che capita purchè sia veloce o ancora meglio non abbia bisogno di essere cotto.
Ho ripreso a fare il diario alimentare e a Gennaio andrò dalla nutrizionista.
O meglio,ci dovrei andare ma al momento non ne ho nessuna intenzione.


lunedì 9 dicembre 2013

Alito di gelo

Il freddo arriva all'improvviso in un posto in cui fa caldo,il riscaldamento è al massimo,le finestre chiuse e tra ammalati e operatori ci sono ci circa 20\25 persone.
All'improvviso i brividi. Le mani,la schiena,i piedi,si raffreddano all'improvviso. 
Si dice che quando succede è perchè l'anima di un morto ci è passata accanto. 
Forse. Con tutte le persone che muoiono in quel posto... 
O forse sono gli scherzi di un disturbo alimentare,della stanchezza,dell'ansia.
Della maledetta bulimia.

Penso solo a te.
Non ti uccidere. 
Non lo fare.


Antonio_ Don't leave me alone my friend.


Mi sveglio col pensiero che tu non abbia sopportato l'ennesima notte insonne..se non mi mandi il buongiorno sto con l'ansia fino a che non ti sento... 
Per tutto il giorno penso a come salvarti,mi ossessiono e non trovo risposte..
 Respingi ogni mio aiuto e non mi fai dormire.. 
Voglio stare sveglia con te.. 
Vorrei dirti che tutto andrá bene,che la tua vita non si è fermata,vorrei.. 
Vorrei che non andassi via... 
Vorrei non avere paura .. 
Vorrei che il mio bene potesse bastarti... 
Vorrei che il bene che ogni giorno mi dai potesse essere ricambiato con la speranza... 
Vorrei lavare via il tuo dolore,la tua disperazione... Ma non so come fare.
Questo pensiero mi tormenta... Se te ne vai tu io vorró solo seguirti...e stare insieme in un posto migliore...
 Non mi lasciare.



venerdì 6 dicembre 2013

Sempre così.

è sempre cosí al mattino. Mi alzo,vado in bagno e mi chiedo se sono davvero io quella faccia troppo pallida davanti allo specchio. se sono mie quelle occhiaie viola e gli occhi gonfi di chi ha vomitato e non ha dormito bene. mia la pelle coi capillari rotti. miei i denti che io vomito sta rovinando. mi chiedo se quel mostro sono io,poi salgo sulla bilancia e mi dico "si. sono sempre lo stesso mostro".